30 anni dopo il NO allo Spazio economico europeo (SEE) 196 personalità di spicco lanciano un appello ad una rapida azione
La stabilizzazione delle relazioni tra la Svizzera e l'UE non deve essere più rimandata: la posta in gioco è troppo alta. Con questo chiaro messaggio, personalità provenienti da ogni parte del paese si rivolgono ai politici e al Governo ma anche all’opinione pubblica. L'"Appello all'azione" è sostenuto non solo dai già Consiglieri federali Pascal Couchepin, Joseph Deiss, Ruth Dreifuss, Arnold Koller, Moritz Leuenberger, Doris Leuthard, Ruth Metzler e Samuel Schmid, ma anche da molti altri nomi noti della politica, dell'economia, della cultura, della Chiesa e della società civile. L’appello è stato ad esempio firmato da Markus Dieth, Rita Famos, Jürg Grossen, Christoph Franz, Stefan Haupt, Eva Herzog, Franz Hohler, Irène Kälin, Xavier Koller, Filippo Lombardi, Adolf Muschg, Claude Nicollier, Monika Rühl, Regula Rytz, Valentin Vogt e Laura Zimmermann.
Il commercio, la ricerca e la formazione, l'energia e l'ambiente sono solo alcuni dei settori in cui la Svizzera già da diversi anni non è riuscita a cogliere le opportunità di una stretta collaborazione con l'UE. Alla luce dell'aggravarsi della crisi globale, ulteriori attese e postici non sono una buona strategia. I migliori e più affidabili partner della Svizzera sono i suoi vicini europei. L'alternativa a un ulteriore sviluppo del nostro partenariato con l'UE, garantito contrattualmente, non è lo status quo, ma una pericolosa erosione della cooperazione raggiunta. Per questo motivo il Consiglio federale è chiamato a lavorare rapidamente per trovare una soluzione valida. Già oggi, un'ampia alleanza è pronta ad aiutarlo a raggiungere la maggioranza in caso di referendum.